
«Io, attrice famosa a 40 anni, continuo a trasformarmi»
Da mite casalinga a perfida camorrista: i diversi ruoli di Licia «Sono laureata in architettura e so suonare chitarra, pianoforte e fisarmonica»
«Io, attrice famosa a 40 anni, continuo a trasformarmi» Una mite casalinga di Pescara in «Pane e tulipani», un' eroina della mafia in «Una sola debole voce», una perfida camorrista in «Luna Rossa». Tre ruoli diversi e il successo arrivato attorno alla soglia dei quarant' anni per Licia Maglietta, attrice un po' napoletana, dove è nata, un po' lucana, dove è nato il padre, un po' milanese, dove abita, un po' friulana, dove ha abitato in passato e dove vivono le due figlie. Il successo a 40 anni. L' età in cui per molte attrici comincia il declino. «Declino rispetto a cosa? Dobbiamo prima capire che cosa è il successo. Ci sono degli attori che diventano strepitosi ad ottant' anni». Si parlava di successo, non di bravura. «Ma cos' è il successo?». Mah, quando la riconoscono per strada. Gli attori dicono sempre che vivono per il pubblico. «Non lo metto in dubbio». Lei come vive i suoi 40 anni? Fine della giovinezza? Inizio della maturità? «Non riesco a definire ho difficoltà a parlare così gli anni sono punti di passaggio è tutta trasformazione Da quando sono nata continuo a trasformarmi sempre non so dove arriverò boh». Quando recita, le piace fare di più la cattiva o la buona? «Io faccio l' attrice. Ben vengano ruoli diversi che mi consentono di sondare luoghi che altrimenti non potrei conoscere. La bellezza di questo lavoro è che puoi fare un giorno Lady Macbeth e il giorno dopo Mirandolina». Ho letto una sua frase: «La mafia sta finendo perché i suoi capi sono senza più principi». «Non ho mai detto una cosa del genere. La mafia non sta finendo. Lo vedremo adesso che hanno tolto le scorte ai giudici. E poi non c' è una mafia buona e una cattiva. "Luna Rossa" è un film che vuole far capire quanto questa gente sia schifosa. È un film duro. Gli spettatori alla fine se ne stanno silenziosi. Ci sono anche quelli che dicono: "Beh, pesante". Sono quelli poi che si fanno passare addosso le rogatorie e tutto quello che è l' Italia in questo momento». Dicono «pesante» per dire che cosa? «Per dire "non me lo venite a raccontare, non lo voglio sapere, ho già tanti problemi"». Lo spettacolo in tempo di guerra niente sarà più come prima si deve continuare a fare evasione? Ha presente queste frasi che si sentono dopo il massacro delle Torri gemelle? «Mi porta a un discorso che non ho voglia di fare in questo momento oltre alle verità uscite fuori c' è anche una grande menzogna di tutto quello che era coperto ma si sapeva che esisteva e che da un certo punto in poi diventa eclatante, quasi pubblicitario. Perché, la guerra in Afghanistan non c' era da 30 anni? Adesso è uscito fuori tutto, ma dentro questo c' è anche la menzogna di dire: facciamo finta di non averlo saputo fino ad ora. Adesso facciamo finta che non ce la facciamo più a saperlo, e vogliamo altro? È tutto molto confuso». Effettivamente. La guerra ha portato anche all' uscita dei problemi interni dai media italiani. O per lo meno del loro ridimensionamento. Non si parla più di rogatorie, di falso in bilancio, di conflitto di interessi. «Io non sono un politico, né un opinionista. Non sento di dover esprimere le mie posizioni in quest' intervista ». Perché ha fatto l' attrice? «Perché altrimenti non avrei saputo dove mettere gran parte dell' energia che avevo. Non avrei saputo fare così bene altre cose». Quali altre cose? «Io sono laureata in architettura, una cosa che mi porto dietro anche nel mio lavoro a teatro, sulle mie scene, sul mio lavoro sullo spazio. O magari la musica che ho studiato per molti anni, chitarra classica, pianoforte, fisarmonica». Quando non lavora che cosa fa? «Vivo». Suona? Viaggia? «Vivo con le mie due figlie, suono». Che cosa è rimasto oggi del femminismo? «Tante battaglie sono state fondamentali. Grazie che ci sia stato e grazie che tutto questo sia andato trasformandosi». Il risultato migliore, la vittoria più evidente? «Non lo so, in questo momento non riesco non so ». Lei è gelosa? «A volte sì a volte no». Che cosa significa? Si può essere gelosi a volte? «Bisogna essere gelosi sempre?». A volte si può reagire e a volte no. Ma la gelosia o c' è o non c' è. «La gelosia fa parte di tante cose. Si è gelosi quando ci si sente più minacciati. Non si è gelosi sempre. Almeno io no». Di fronte a un tradimento lei reagisce a volte in una maniera e a volte in un' altra? «Ci sono ragioni diverse nella gelosia. Secondo me quando si vacilla in gelosia è perché si vacilla con se stessi». L' amore è una parte fondamentale della sua vita? «Certo, sì». Che cosa si può fare per amore? «Mah. Non so che dirle». Mi dica che cosa lei ha fatto per amore «Non lo so non mi piace parlare delle mie cose così non so che dirle non mi piace parlare del mio privato non so che dirle proprio ». Claudio Sabelli Fioretti clsabelli@tin.it
Da mite casalinga a perfida camorrista: i diversi ruoli di Licia «Sono laureata in architettura e so suonare chitarra, pianoforte e fisarmonica»
«Io, attrice famosa a 40 anni, continuo a trasformarmi» Una mite casalinga di Pescara in «Pane e tulipani», un' eroina della mafia in «Una sola debole voce», una perfida camorrista in «Luna Rossa». Tre ruoli diversi e il successo arrivato attorno alla soglia dei quarant' anni per Licia Maglietta, attrice un po' napoletana, dove è nata, un po' lucana, dove è nato il padre, un po' milanese, dove abita, un po' friulana, dove ha abitato in passato e dove vivono le due figlie. Il successo a 40 anni. L' età in cui per molte attrici comincia il declino. «Declino rispetto a cosa? Dobbiamo prima capire che cosa è il successo. Ci sono degli attori che diventano strepitosi ad ottant' anni». Si parlava di successo, non di bravura. «Ma cos' è il successo?». Mah, quando la riconoscono per strada. Gli attori dicono sempre che vivono per il pubblico. «Non lo metto in dubbio». Lei come vive i suoi 40 anni? Fine della giovinezza? Inizio della maturità? «Non riesco a definire ho difficoltà a parlare così gli anni sono punti di passaggio è tutta trasformazione Da quando sono nata continuo a trasformarmi sempre non so dove arriverò boh». Quando recita, le piace fare di più la cattiva o la buona? «Io faccio l' attrice. Ben vengano ruoli diversi che mi consentono di sondare luoghi che altrimenti non potrei conoscere. La bellezza di questo lavoro è che puoi fare un giorno Lady Macbeth e il giorno dopo Mirandolina». Ho letto una sua frase: «La mafia sta finendo perché i suoi capi sono senza più principi». «Non ho mai detto una cosa del genere. La mafia non sta finendo. Lo vedremo adesso che hanno tolto le scorte ai giudici. E poi non c' è una mafia buona e una cattiva. "Luna Rossa" è un film che vuole far capire quanto questa gente sia schifosa. È un film duro. Gli spettatori alla fine se ne stanno silenziosi. Ci sono anche quelli che dicono: "Beh, pesante". Sono quelli poi che si fanno passare addosso le rogatorie e tutto quello che è l' Italia in questo momento». Dicono «pesante» per dire che cosa? «Per dire "non me lo venite a raccontare, non lo voglio sapere, ho già tanti problemi"». Lo spettacolo in tempo di guerra niente sarà più come prima si deve continuare a fare evasione? Ha presente queste frasi che si sentono dopo il massacro delle Torri gemelle? «Mi porta a un discorso che non ho voglia di fare in questo momento oltre alle verità uscite fuori c' è anche una grande menzogna di tutto quello che era coperto ma si sapeva che esisteva e che da un certo punto in poi diventa eclatante, quasi pubblicitario. Perché, la guerra in Afghanistan non c' era da 30 anni? Adesso è uscito fuori tutto, ma dentro questo c' è anche la menzogna di dire: facciamo finta di non averlo saputo fino ad ora. Adesso facciamo finta che non ce la facciamo più a saperlo, e vogliamo altro? È tutto molto confuso». Effettivamente. La guerra ha portato anche all' uscita dei problemi interni dai media italiani. O per lo meno del loro ridimensionamento. Non si parla più di rogatorie, di falso in bilancio, di conflitto di interessi. «Io non sono un politico, né un opinionista. Non sento di dover esprimere le mie posizioni in quest' intervista ». Perché ha fatto l' attrice? «Perché altrimenti non avrei saputo dove mettere gran parte dell' energia che avevo. Non avrei saputo fare così bene altre cose». Quali altre cose? «Io sono laureata in architettura, una cosa che mi porto dietro anche nel mio lavoro a teatro, sulle mie scene, sul mio lavoro sullo spazio. O magari la musica che ho studiato per molti anni, chitarra classica, pianoforte, fisarmonica». Quando non lavora che cosa fa? «Vivo». Suona? Viaggia? «Vivo con le mie due figlie, suono». Che cosa è rimasto oggi del femminismo? «Tante battaglie sono state fondamentali. Grazie che ci sia stato e grazie che tutto questo sia andato trasformandosi». Il risultato migliore, la vittoria più evidente? «Non lo so, in questo momento non riesco non so ». Lei è gelosa? «A volte sì a volte no». Che cosa significa? Si può essere gelosi a volte? «Bisogna essere gelosi sempre?». A volte si può reagire e a volte no. Ma la gelosia o c' è o non c' è. «La gelosia fa parte di tante cose. Si è gelosi quando ci si sente più minacciati. Non si è gelosi sempre. Almeno io no». Di fronte a un tradimento lei reagisce a volte in una maniera e a volte in un' altra? «Ci sono ragioni diverse nella gelosia. Secondo me quando si vacilla in gelosia è perché si vacilla con se stessi». L' amore è una parte fondamentale della sua vita? «Certo, sì». Che cosa si può fare per amore? «Mah. Non so che dirle». Mi dica che cosa lei ha fatto per amore «Non lo so non mi piace parlare delle mie cose così non so che dirle non mi piace parlare del mio privato non so che dirle proprio ». Claudio Sabelli Fioretti clsabelli@tin.it